Massimo Franceschet si definisce un ricercatore “nel lavoro e nella vita”. Oggi è professore presso l’Università degli Studi di Udine, ma ha insegnato in diversi atenei italiani a stranieri. Per il TEDxUdine, verrà a raccontarci la sua esperienza e la sua idea di tempo, in un intervento intitolato “La Rete del Tempo: fatalismo, libero arbitrio, e autoreferenzialità”, in cui spazierà dal concetto dei sei gradi di separazione, all’algoritmo di Google.
1) Qual è il rapporto che la tua vita ha col tempo? Come gestisci il tuo tempo? Perché il tempo caratterizza (o ha caratterizzato) il tuo lavoro?
Lascio semplicemente fluire il tempo. Non metto sveglie e non vado a dormire ad un’ora precisa. Lascio che il corpo decida. La gestione del mio tempo dipende dal mio stato di presenza: se sono presente a me stesso, il tempo accelera, al contrario rallenta fino a fermarsi. Il tempo non ha mai caratterizzato il mio lavoro, in quanto ho scelto un lavoro in cui solo libero di far fluire il tempo come voglio (una grande fortuna).
2) Quanto secondo te la condivisione delle idee (e del sapere) è importante? Perché diffondere un’idea è un atto prezioso?
Quando ero bambino mi recavo al pomeriggio nella mia scuola elementare, che avevo frequentato la mattina, dove mia madre lavorava, e spiegavo ad una classe clamorosamente vuota. Fin da allora, per me la condivisione del sapere, ma anche delle esperienze, è una operazione che mi è naturale, quindi che ritengo importante. Credo che il sapere fine a sé stesso sia nullo, assume un valore solo quando divulgato, quando fluisce nella rete della conoscenza. Il mio lavoro di ricercatore e docente è di fatto quello di diffondere la conoscenza, sono affascinato da come le idee crescano le une sulle altre, e siamo tutti seduti sulle spalle dei giganti.
3) Immagina di avere solo pochi minuti per comunicare al mondo qualcosa. Scaduto questo tempo non avrai più alcuna possibilità di comunicare con gli altri in alcun modo. Sono gli ultimi minuti che hai a disposizione, e vorremmo che tu ci lasciassi un messaggio rivoluzionario, o anche semplice, ma che ci possa migliorare la vita. Cosa ci diresti/consiglieresti?
Consiglierei tre cose: (1) semplificate, il più possibile, le difficoltà e divulgate la soluzione a tutti; (2) cercate la bellezza ovunque e in ogni giorno, soprattutto nelle cose semplici; (3) fate esperienze diverse, anche disparate, e cercate di portare le cose di una esperienza nell’altra.
4) E ora per salutarci, una frase che ti rappresenti…
“A bunch of science and a bouquet of art”, ossia una pila di lavori scientifici e un ventaglio di esperienze artistiche.