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Alexa, Google Assistant, Siri e Cortana: una possibile convivenza?

Si avvicina il Natale e, con ogni probabilità, sotto tanti alberi ci sarà (almeno) un dispositivo con uno smart assistant incorporato.

Il Black Friday appena trascorso ci ha messo lo zampino. A Milano, Amazon ha organizzato addirittura un temporary store composto di diversi ambienti domestici in cui facevano capolino i suoi smart device Echo, dotati di smart assistant Alexa. E in TV gira uno spot che mostra uno dei possibili utilizzi di Google Assistant in auto.

Google Assistant e Alexa, assieme a Siri e Cortana, fanno parte del poker di assistenti vocali intelligenti più diffusi sul mercato, a cui ci rivolgiamo sempre più spesso per ricevere informazioni e per accedere alle più disparate funzionalità, dall’ascolto del brano preferito fino allo spegnimento delle luci quando si va a dormire.

Ma, volendo farlo, come sceglierne uno su tutti? Un fattore intrigante potrebbe essere l’efficienza.

Uno studio recente di Stone Temple ha posto 4942 domande a Cortana, Siri, Alexa e Google Assistant e ne ha confrontato l’accuratezza delle risposte. I test consistevano nel porre le stesse domande ai vari assistenti, coprendo più categorie possibile.

Dal test, Google Assistant – su smartphone – è l’assistente che ha risposto correttamente a più domande rispetto agli avversari, con un 93% di risposte esatte. Secondo Cortana, con 92,1 % e in coda Siri, con l’80% di risposte esatte.

Un altro studio però dà risultati diversi. Loup Ventures ha pubblicato un documento in cui sono stati confrontati i quattro assistenti vocali su smartphone, ponendo loro 800 domande ciascuno. Anche qui sono stati valutati la capacità di comprensione della domanda e il livello di correttezza della risposta, analizzando 5 diverse categorie: informazioni locali, acquisti online, navigazione, informazioni generali, comandi.

Google si è rivelato essere ancora il più efficiente, con un tasso di precisione pari all’86%. Secondo questa volta Siri (79%, 11 domande non capite), seguito da Alexa (61%, 13 domande non capite) e Cortana (52%, 19 domande non capite).

Già basandosi sui due studi, pare che una classifica ben definita al momento non ci sia, nonostante la posizione dominante di Google Assistant. L’AI di Google in effetti ha accesso ad una quantità di dati enorme rispetto agli altri assistant. Basti pensare alla quantità di dati personali scambiati attraverso gli indirizzi Gmail e a quelli raccolti via browser.

Un AI però apprende continuamente. Ci si può aspettare una progressiva riduzione di errori ed un aumento dell’interazione predittiva. Ognuna potrebbe inoltre sviluppare competenze complementari rispetto alle altre.

Per Alexa ad esempio, potrebbe essere prioritaria l’esperienza di acquisto di un prodotto o servizio. Google Assistant invece potrebbe puntare a farci scoprire il Web come già ci ha abituati il più usato motore di ricerca al mondo.  

Siri dal canto suo, sembra voler diventare più umano tanto che Apple già da tempo sta collaborando con ingegneri e psicologi per migliorarne l’interazione uomo-macchina da un punto di vista affettivo.

Laddove Cortana potrebbe essere utile per controllare l’agenda di lavoro o farsi leggere un email, Alexa potrebbe, ad esempio, far ascoltare musica e favorire lo shopping online. Una sintesi pratica dei pensieri di Satya Nadella, numero uno di Microsoft, per cui è fondamentale la collaborazione tra AI, e di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che vede un futuro in cui ogni persona sceglierà non uno ma diversi assistenti, ognuno con accesso a set diversi di dati e con diverse aree di competenza.

A rendere desiderabile l’utilizzo di più di uno smart assistant, potrebbe contribuire la crescente possibilità di trovare app o skill per tanti utilizzi. Dalla ricette in cucina alla musica, dalla programmazione tv ai consigli per il benessere e così via.

A proposito, lo sapevi che per Alexa esiste una skill collegata a TED? Già, grazie a questa skill è possibile esplorare la vasta biblioteca di TED e trovare nuovi TED talk tutti i giorni della settimana.

Un ecosistema complesso insomma, dove abbiamo e avremo a che fare con intelligenze dalle capacità e dalle competenze differenti.

Ogni smart assistant tuttavia è sviluppato da una realtà commerciale con priorità e con obiettivi – almeno un po’ – differenti l’una dall’altra.

Avremo a che fare con più AI contemporaneamente? Le faremo convivere per soddisfare quante più nostre esigenze? Cambierà il nostro modo di pensare, di porre domande, di comprare, di cercare informazioni grazie ad una presenza massiccia e diversificata nelle nostre vite?

Di certo, utilizzandone più di uno, avremo accesso a moli di dati non indifferenti. Ma, a proposito di dati, gli smart assistant, oggi, cosa sanno di noi? Questo TED talk ci propone qualche interessante riflessione, come al solito.

 

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